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Sport e Sportivi di Grottaminarda

Agli Amici Grottesi il mio 39° ricordo.

Com’eravamo:
la passione ciclistica negli anni 50 dello scorso secolo.

Mi è stato richiesto dall’amico Pinuccio Orlando un ricordo di quell’epoca quando a Grottaminarda la bicicletta incominciava ad essere un mezzo di locomozione e svago. Vivi ricordi, mai sopiti.
In paese io, Franco Romano, Michele La Manna, Guido Ciccotti, Luigi Assanti e pochi altri, eravamo possessori di una bici. Io ho iniziato con la Faust di mio fratello Federico e, per poter pedalare, passavo una gamba sotto il telaio. Anche alcuni amici e compagni di scuola del Bosco e dei Piani usavano la bicicletta per raggiungere il paese.
Quando ci si incontrava sul Corso con il nostro mezzo di locomozione, non si disdegnava una corsa fino ai Pioppi, se non oltre. Io ero appassionato di ciclismo ed acceso tifoso di Bartali.
Nel 1955 Remo Assanti acquistò e portò a Grottaminarda due biciclette da corsa della Casa costruttrice Welter di Milano, una delle quali fu da me comprata.
Con giovanile baldanza, soprattutto nei mesi estivi di ritorno da Siena dove mi trovavo per motivi di studio, mi dilettavo a percorrere le strade irpine e la mia quotidiana passeggiata si svolgeva fino a raggiungere Benevento o il foggiano con la salita di Ariano Irpino che, oltre alla notevole pendenza, all’epoca, aveva nel tratto finale la pavimentazione a pavé, definita da Fiorenzo Magni in un giro d’Italia, “da muli”.
L’entusiasmo era tale che un giorno di settembre io e Guido Ciccotti si decise di percorrere il Giro della Campania, attraverso le città di Avellino. Napoli, Caserta e Benevento. Il percorso, di oltre 220 km, prevedeva varie asperità fra le quali, all’inizio, la Serra di Dentecane.
Solo l’incoscienza giovanile unita ad una smisurata passione ci permise di portare a termine l’impresa nonostante l’inesperienza per l’alimentazione e la mancanza di allenamento per tali distanze. Ma quanta fatica!
A Grottaminarda, in quegl’anni, Antonio Procaccino (?) figlio di un netturbino che abitava in un terraneo di Via Condotto, espresse il desiderio di partecipare a gare ciclistiche, suscitando l’interesse e l’entusiasmo tra i paesani, soprattutto in Remo Assanti, Agilulfo Vitale ed altri che seguivano costantemente con un camioncino le sue gare.
Antonio, che molte volte si è allenato con me sulle salite di Villanova, Trevico e sulle strade della Baronia, è stato l’unico grottese che ha partecipato, come dilettante, a gare ciclistiche ufficiali.
La foto del 1955 mi ritrae con la bicicletta dell’epoca, ormai storica, che ancora conservo con cura.

Agli amici grottesi il mio 39° ricordo. Com’eravamo: la passione ciclistica negli anni 50 dello scorso secolo.</p><br /><br /><br />
<p>Mi è stato richiesto dall’amico Pinuccio Orlando un ricordo di quell’epoca quando a Grottaminarda la bicicletta incominciava ad essere un mezzo di locomozione e svago. Vivi ricordi, mai sopiti.<br /><br /><br /><br />
In paese io, Franco Romano, Michele La Manna, Guido Ciccotti, Luigi Assanti e pochi altri, eravamo possessori di una bici. Io ho iniziato con la Faust di mio fratello Federico e, per poter pedalare, passavo una gamba sotto il telaio. Anche alcuni amici e compagni di scuola del Bosco e dei Piani usavano la bicicletta per raggiungere il paese.<br /><br /><br /><br />
Quando ci si incontrava sul Corso con il nostro mezzo di locomozione, non si disdegnava una corsa fino ai Pioppi, se non oltre. Io ero appassionato di ciclismo ed acceso tifoso di Bartali.<br /><br /><br /><br />
Nel 1955 Remo Assanti acquistò e portò a Grottaminarda due biciclette da corsa della Casa costruttrice Welter di Milano, una delle quali fu da me comprata.<br /><br /><br /><br />
Con giovanile baldanza, soprattutto nei mesi estivi di ritorno da Siena dove mi trovavo per motivi di studio,  mi dilettavo a percorrere le strade irpine e la mia quotidiana passeggiata si svolgeva fino a raggiungere Benevento o il foggiano con la salita di Ariano Irpino che, oltre alla notevole pendenza,  all’epoca, aveva nel tratto finale la pavimentazione a pavé, definita da Fiorenzo Magni in un giro d’Italia, “da muli”.<br /><br /><br /><br />
L’entusiasmo era tale che un giorno di settembre io e Guido Ciccotti si decise di percorrere il Giro della Campania, attraverso le città di Avellino. Napoli, Caserta e Benevento. Il percorso, di oltre 220 km, prevedeva varie asperità fra le quali, all’inizio, la Serra di Dentecane.<br /><br /><br /><br />
Solo l’incoscienza giovanile unita ad una smisurata passione ci permise di portare a termine l’impresa nonostante l’inesperienza per l’alimentazione e la mancanza di allenamento per tali distanze. Ma quanta fatica!<br /><br /><br /><br />
A Grottaminarda, in quegl’anni, Antonio Procaccino (?) figlio di un netturbino che abitava in un terraneo di Via Condotto, espresse il desiderio di partecipare a gare ciclistiche, suscitando l’interesse e l’entusiasmo tra i paesani, soprattutto in Remo Assanti, Agilulfo Vitale ed altri che seguivano costantemente con un camioncino le sue gare.<br /><br /><br /><br />
Antonio, che molte volte si è allenato con me sulle salite di Villanova, Trevico e sulle strade della Baronia, è stato l’unico grottese che ha partecipato, come dilettante, a gare ciclistiche ufficiali.<br /><br /><br /><br />
La foto del 1955 mi ritrae con la bicicletta dell’epoca, ormai storica, che ancora conservo con cura.

Il calcio a Grottaminarda.

Il calcio a Grottaminarda.
Il calcio a Grottaminarda.

Con la preghiera di riconoscerli tutti e mettere tutti i nomi nei commenti. Grazie.

Polisportiva Grottaminarda – Speciale RaiTre 1992