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Cosa studia la filosofia apocalittica

E’ un sapere basato sulla rivelazione divina della condizione definitiva di eterna vita di ciò che l’uomo produce nella storia, con Dio o senza e contro Dio.

Filosofia Apocalittica in azione – Giudizio su Benigni e i 10 comandamenti

Su Benigni e i 10 comandamenti
A. SINTESI DEL GIUDIZIO SUL CONTESTO.
  1. L’attore è al solito geniale e supera se stesso.
  2. Grave dissonanza nasce dal prezzo pagato dalla Rai come servizio pubblico.
  3. Tale prezzo ricorda il “predicare bene e razzolare male”, che in tema di Comandamenti diventa “falsa testimonianza” – condivisa purtroppo dai cleri e dall’Elite che parla sempre di poveri, stranieri ed emarginati.
B. SINTESI DEL GIUDIZIO SUL CONTENUTO IN GENERALE.
  1. L’autore della 10 parole è Dio che indica una strada per giungere a Lui, alla sua vita divina. Benigni, seguendo la vulgata chiesastica attuale, conclude con una libertà umana felice il settimo giorno è la libera uscita. Mentre Il Signore vole indicare l’unione personale che si realizza in Gesù, cioè il vero uomo fatto alla sua vera immagine e somiglianza.
  2. Manca il fine soprannaturale della nuova alleanza a cui la prima è diretta.
  3. La confusione di Jahvè con “Allah” contraddice il “non avrai altro dio fuori di Me” e la gelosia di Dio ben esposta.
  4. Allah secondo il Corano non può aver figli “è perché non ha una moglie!?”. Gesù non è un profeta inferiore a Maometto, che ignora la rivelazione fatta da Gesù.
  5. Letto oggi il decalogo comporta la conoscenza dello Spirito santo che è Dio nell’uomo e non l’uomo libero e felice sulla terra, del resto smentito dalla storia, che richiede la distruzione del male e della morte nella risurrezione di vera e stabile giustizia.
  6. E’ assente il senso finale del Decalogo.
C. SINTESI DEL GIUDIZIO SUI SINGOLI COMANDAMENTI.
  1. Dio in sé rivelato è incompleto senza Cristo e lo Spirito santo.
  2. La gelosia di Dio esige rifiuto dell’autodivinizzazione diabolica del tutto ignorata da Benigni, un o” maligno.
  3. Santificare la feste è parziale come non lavoro, perché la vita divina è riposo nella perfezione, senza limiti, errori e mali.
  4. L’onore al padre e alla madre evita le confusioni diaboliche del “genere” e si coniuga logicamente alla fecondità e al non commettere adulterio che va a esteso al non fornicare che indica un uso della sessualità fuori dell’amore vero e unico, definitivo. L’amicizia invece – carità soprannaturale – fino all’amore del nemico non attiene alla sessualità. Il non rubare andava esteso anche agli esorbitanti guadagni di tanti, compreso lui.
  5. La verità sopratutto in obbedienza alla Parola di Dio esige un tipo di relazione tra persone che vien molto trascurato oggi per ogni scopo, compreso quello ritenuto buono.
  6. Il desiderio di roba o persona di altri indica la necessità di una Pienezza dell’Amore di Dio e di fruizione in Lui ogni bene e persona viste nella luce, libera e liberante, del Creatore.

Filosofia apocalittica in sintesi. Vittoria totale di Dio e pienezza di speranza dei giusti.

ll  ritorno glorioso  di Cristo non ha più relazione al peccato e al suo inferno che agiscono nel tempo storico. Satana e i demoni privati del loro regno, sotto terra, saranno sconfitti e condotti  in corteo di gloria nella Parusia.

Ma non potranno avere lo Spirito santo come gli empi che usciranno in nuova terra  ma  non nei Nuovi cieli di angeli e santi.

Non potrà sussistere nel pieno della vittoria di Dio alcun ribelle e regno di ribelli, con loro dall’abisso di fuoco che distrugge ogni male.

Filosofia apocalittica. La soluzione della crisi del pensiero cristiano.

La chiesa una e santa, vive spiritualmente fuori di Babele di angeli e uomini ribelli e nazioni-culture-religioni, della scienza del bene del male. I discepoli di Gesù hanno il decalogo come pedagogo alla ricezione dello Spirito santo di Gesù. Decalogo e Spirito santo agiscono dall’inizio della creazione per tutti quelli che che attendono Cristo che è alfa e omega di essa.

  1. Il decalogo regge la giustizia naturale dalla storia dell’uscita volontaria dall’Eden o dall’inferno per espiazione misurata crea la nuova terra di giustizia.
  2. Lo Spirito santo di Gesù regge la vita soprannaturale dei figli di Dio, secondo immacolata concezione alla beata assunzione della Vergine Madre Maria. Con o senza purgatorio si generano i nuovi Cieli.

Ma non cercatela nei viaggi apostolici e nella pastorale neoconciliare neocostantiniana e gnostica.

Dialetto grottese in filosofia apocalittica. La bellezza dei figli – Mazz’ e panell’…

Vuol dire – Non c’è  buona educazione senza  alimentazione, cultura e correzioni energiche mentali e fisiche..

  1. Questa pedagogia popolare era condivisa nelle scuole dove le numerazione della bacchettate, anche d’inverno sulle manie elementari, era per i maestri la via che misurava la correzione o amiche solo punizione degli errori. Un lungo bastone lo vedevamo nelle mani di Mons. Pasquariello anche alle lezioni rumorose, confuse e mnemoniche di catechismo in santa Maria Maggiore. Cho mè Dio..”. L’esser’ perfettisso, criatore signore, r’ li ciel’ e r’ la terr'”.. Seguiva poi “quanti dii ci song?”: uno in tre persone. E infine: “quanti crist ci song’?” Il  lungo bastone cadeva sulla testa del malcapitato che si lanciava nella risposta dopo un rapido sguardo ai crocifissi dei vari altari: “diec’ crist’ e nu creston”?. Formule a memorie – le uniche rimaste – e risate frenetiche con ulteriori sviluppi del impoverimento rapido del bastone monsignorile.
  2. Oggi sono tutte mielose, gentili, nonviolente le pedagogie. Abbondano oggi le denunce a maestri da parte dei genitori. Ai nostri tempi essi davano l’aggiunta” a “botte” o “mazzate” (o “porpette”  ricevute fuori casa). Questi genitori, magari, di fatto divisi o multicornificanti – denunciano maestri – e anche per un soprannome o uno schiaffo. Ma i non-violenti allievi  di non-violenti educatori usano  sfoghi imprevisti in stupri, uccisioni, guerre di ogni genere senza formule e tutto-telefonino. Chissà se l’Amore di Dio è solo fatto di belle paroline o di fronte ai mali non usano anche amare ed energiche medicine.
  3. Ho vissuto questa pedagogia insieme alle tre sorelle, Lina, Dora e Olga, e i mie due fratelli Tonino e Mauro, nel negozio di Via Minichiello con forno in giardino. Le panelle non mancavano ed erano considerate di pregio dai grottesi. Neppure mancavano le mazze di vario tipo da quello delle scope, una volta usata da mia madre Annina, la più dolce e brave della madri, si fa per dire. Le mazze paterne  abbondavano e li paccher’ non facevano meno male. Ciò avveniva insieme a infuriate e bestemmie del più fantasioso conio, che non impedirono a mio padre – Rocch’ lu zungoles’ o  lu furnar’ – di essere solerte attivo “mast’ r’fest?” al Festone agostano dei santi Tommaso, Antonio e Rocco..

Dite la vostra che ho detta la mia

cum se rice a santamaria?

Dialetto grottese in filosofia apocalittica – Nciarmare e baccagliare

Nciarmare

mi sembra un neologismo come baccagliare che non trovo nel dizionario Capaldo.

Mi sembra che queste parole mostrano l’affermarsi in paese nel dopoguerra avanzato con partiti e politica di persone che si danno da fare movimentando (nciarmare) espedienti di vita  con vari mezzi.

Baccagliare

segnala  la’affermarsi di persone che parlano anche voce alta e sicura di cose senza molto costrutto, tanto per far vedere che si vale qualcosa.

DIALETTO GROTTESE dal 1940, in FILOSOFIA apocalittica (ciò che rimane in Eterno, in Dio). Rivisitare, ricordare persone, lezioni di vita, pensieri, svolgendoli nel tempo.

Persone con nome sociale (soprannome) – e parole  di Via Minichiello, dalla croce del Consorzio a Portaurea.

  • lu siloss, consorzio agrario, gestito da Antonio Landi ed altri..
  • lu furn r semprenoi…
  • lu cievz cu pistola
  • l’ufficio del registro cu
  • l’ Montuori, di provenienza napoletana, l’avvocato, le due sorelle, le paparell?, il fratello pittor’ (imbianchino)..
  • Rocc’ r’ presament’ con la mupa, sorella,
  • stucchione e la barbera, sali e tabacchi
  • Maria la barbella e Tullio Bozza lu prufessor’ di tromba..

Nb: continua anche col vostro aiuto.

La grandezza di Tommaso nel confronto con l’errore.

-Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo. Testo italiano … books.google.it/books?isbn=8870943569 Saint Thomas (Aquinas) – 1999 – ‎Philosophy Ad secundum dicendum, quod verbum Philosophi intelligendum est in his quae non … 11, 19: «Necesse est haereses esse, ut qui probati sunt, manifesti fiant».

Sulla scia di Tommaso e Croce, rivediamo i grandi filosofi per amore di verità.

San Tommaso nostro concittadino, rivide  tutti padri della chiesa precedenti, i filosofi arabi, e i grandi filosofi greci, conservando ogni seme di verità. Affrontò anche la condanna di 77 tesi da parte del vescovo di Parigi. Fu proclamato dottore comune fino ad oggi. Ma tanti, anche tra i papi non lo conoscono o conoscono qualche manualetto ossificato.

Benedetto Croce scrisse di Hegel “Ciò che è vivo e ciò che è morto nella filosofia di Hegel – Laterza 1907. La sua revisione della logica dialettica introdusse i distinti accanto agli opposti di Hegel. Fece così notare che bello e brutto sono opposti entro il momento estetico,  che è distinto e non contrario di bene – male nel momento etico, vero e falso nel momento filosofico, utile e dannoso nell’economia.

Ma con Tommaso possiamo ritrovare il realismo che nega l’entificazione dei concetti come fa l’idealista Croce con tanti altri. I concetti sono rappresentazioni in mente, linguaggio bell’uomo. Solo in Dio la Parola, il Verbo è Dio stesso che parla.

Ambiguità teologiche sul tema della libertà.

La predestinazione a salvezza e perdizione nell’infallibile disegno divino ha una storia concettuale confusa e tragica. Confusa col fato degli antichi pagani, o con la necessità delle leggi di natura di una scienza idolatrica, sopratutto a causa del dramma del libero male. Essa – la predestinazione – è solo la sicura riuscita del disegno divino (che vuole, esalta e rispetta) risana la libertà delle creature razionali, e la divinizza negli eletti che l’accolgono con scienza e amore. Nuovi cieli, nuova terra di giustizia e misericordia.

  1. Una certa ambiguità,indotta dal problema del male si ritrova in Agostino, che parassita la sua dottrina dei rapporti tra Grazia, Disegno divino, natura con la libertà voluta da Dio.
  2. L’agostinismo accentuò l’idea di un servo arbitrio fino a Lutero e Calvino che pongono anche la predestinazione divina a un inferno “eterno”!
  3. Nacque la grande eresia di MANICHEISMO DELLA FINE, l’esito finale fallimentare del disegno di Dio per un”massa dannata”.
  4. Il giansenismo introdusse tra i cattolici questa tendenza a un pessimismo assai esteso sulla salvezza.
  5. Per antinomia generano il quietismo che accoglie senza libera partecipazione all’opera ridotta a un abbandono acritico anche al male.”Pecca fortemente, già diceva Lutero, ma credi più fortemente”, fede senza opere, senza la consapevole continua partecipazione intellettuale ed volitiva all’opera di Gesù.
  6. Oltre ai residuati dell’inferno “eterno” nel cattolicesimo è nata un veleno ancora peggio in antitesi: l’inferno vuoti di veggenti ciechi – in contrasti con veggenti veri delle apparizioni mariane vere, che inducono teologi e gli ultimi papi,”tutti e presto canonizzati, errori compresi(?).
  7. Il tutto chiuso in bellezza dal misericordismo assoluto di Francesco …che induce le anime in inferno e per ben che vada in purgatorio…..